Hai mai sentito parlare del “Sal di Canale”?

Hai già letto il nostro articolo sui prodotti tipici del Roero?

Come hai scoperto (o scoprirai), il nostro territorio è celebre per tantissime eccellenze: le pesche, le pere, i vini…

Ma c’è ne una, oggi dimenticata, che sicuramente ti colpirà.

Di cosa stiamo parlando?

Del leggendario Sal di Canale.

Sale? In Piemonte? Come è possibile?

Beh, considerando che tutto il territorio, fino a 2 milioni di anni fa, era sommerso dal mare, tutto è più chiaro.

Questo è anche uno dei motivi per cui tra le Rocche si trovano tantissimi resti fossili marini e i terreni di molte zone dove coltiviamo le viti sono ricchi di sabbia.

Ma torniamo al nostro Sal di Canale e scopriamolo più da vicino!

Che cos’è il Sal di Canale?

Considerato un farmaco naturale per i suoi effetti lassativi, fu scoperto per la prima volta nel 1740.

Furono gli Aloi, farmacisti di Canale d’Alba in cerca di erbe medicinali, ad imbattersi in una vena salina biancastra nelle Rocche del territorio canalese.

Un riferimento scritto a questo prodotto lo troviamo in un libretto stampato del 1792, dove vengono descritte le virtù e le qualità terapeutiche del sale, importato anche dalle Repubblica di Venezia.

Usato dai veterinari e dai medici dell’epoca, la raccolta di questo sale era particolarmente delicata.

Con il ritiro del mare, come abbiamo detto circa 2 milioni di anni fa, si crearono dei giacimenti salini che vennero poi sepolti e trasportati dai corsi d’acqua.

Questo sale, al contrario di quanto avviene normalmente, non veniva estratto dal sottosuolo, ma “raccolto”.

Il motivo?

Con il termine dell’inverno si formavano nei terreni delle lanugini cristalline di sale che scaldandosi con il sole veniva polverizzate e sparse dal vento.

Ecco perché il “raccolto” doveva venire fatto in fretta!

Un’altra testimonianza delle virtù terapeutiche di questo sale viene da un detto popolare utilizzato fino a qualche decennio fa quando qualcuno non si sentiva particolarmente bene: “Devi prendere un po’ di Sal di Canale”.

Ancora oggi, non si sa perché affiorasse a ritmi stagionali.

Questa storia del Roero ti ha appassionato?

Allora devi assolutamente scoprire di più sulla Masca Micilina!