I cru argillosi verso il fiume Tanaro

Il WineTour 2 attraversa il cuore vitato dei Comuni del Roero affacciati alla valle del fiume Tanaro: Castellinaldo, Castagnito, Guarene e Vezza d’Alba. Un territorio dalle linee morbide e sinuose, in cui le vigne contendono terreno ai coltivi di frutta e ai noccioleti.

Un viaggio nell’argilloso cuore vitato del Roero dove i terreni sono adatti a dare buona materia all’uva, e se si aggiunge il determinante contributo del sole, è logico aspettarsi dei Roero DOCG di buona struttura, derivanti da uve che maturano piuttosto presto in considerazione della zona calda. I cru rivolti principalmente verso la valle del Tanaro si trovano in una zona leggermente più fresca, sia per l’esposizione solare sia per la vicinanza del sottostante fiume Tanaro con la sua funzione termoregolatrice, per cui abbiamo vini sicuramente di buona struttura e di sempre interessante acidità.

Dati tecnici

Descrizione del percorso

Partendo da Canale si percorrono i cru Roncaglia, Madonna dei Cavalli e Baroni Incisa, per giungere al verticale borgo di sommità di Castellinaldo, il comune con più superficie vitata del Roero e con una magnifica vista panoramica. Si attraversa poi l’esteso anfiteatro di vigne dei cru Rocca Cerreto, Serra Zoanni, Leschera, San Quirico e Trono, e si giunge in prossimità di Castagnito attraverso i cru Cortine e Croera, da cui vale la pena un affaccio a 360° sul bric San Licerio, tra i punti più alti della zona. I vigneti con esposizione nettamente volta a sud/sud ovest (Serra Zoanni, San Quirico, Cortine) fruiscono di un importante irraggiamento solare dalle ore centrali della giornata sino al tramonto, i loro terreni sono ricchi di limo e argilla, mentre la sabbia è presente in percentuali minori rispetto alla media dell’area.

Si attraversa poi l’elegante abitato di Guarene, con il suo imponente castello barocco, e si procede in direzione di Vezza d’Alba incontrando i cru Montebello e Madernassa, tra vigneti e sparse porzioni di frutteti (pere madernassa, albicocche, pesche). Si raggiunge la pianura del rio Borbore, su una strada di fondovalle alla cui destra si inerpicano gli erti vigneti dei cru Torion e Patarun, e si risale il crinale di San Michele, tra filari che incorniciano l’omonima chiesetta campestre e qualche ciabòt storico, chiudendo l’anello in direzione di Canale.