Il Roero punta sull’attrattiva turistica tra percorsi panoramici, vino e buon cibo

Il Consorzio di tutela ha presentato 4 itinerari tra le vigne di Arneis e Nebbiolo. Circa il 60% della produzione va all’estero. Nel 2020 l’export ha subìto una contrazione di circa l’8%

Paesaggio culturale Patrimonio Unesco insieme a Langhe e Monferrato, il Roero si presenta con la sua offerta turistica ed enogastronomica attraverso il Consorzio di Tutela Roero che ha l’obiettivo di proteggere e promuovere le sue Docg Bianco e Rosso, espressioni alte dei suoi vitigni storici: l’Arneis e il Nebbiolo. Di questo territorio, dove la pratica millenaria del vigneto è divenuta componente fondante della cultura e della quotidianità della sua gente, ha parlato in un incontro online, il presidente Francesco Monchiero, al suo terzo mandato nell’associazione che rappresenta 236 soci: 155 cantine e il rimanente viticoltori.

Un incontro per guardare al futuro

L’incontro, con la partecipazione di una rappresentanza di cantine, è stato organizzato sul web all’inizio di una nuova stagione che avrebbe dovuto segnare la ripresa post pandemia e su cui invece continua a pesare l’incertezza di un futuro. A condurre l’evento e il successivo dibattito che ha coinvolto la stampa e i protagonisti del territorio è stata la giornalista Silvia Baratta di Gheusis con il contributo di Valentina Casetta, coordinatrice del Consorzio: un’occasione per approfondire la realtà vitivinicola roerina sempre più dinamica e attenta all’evoluzione degli stili di consumo.

Produzione d’eccellenza nell’aria iscritta dal 2005 alla Docg

Forte della consolidata sinergia dei suoi associati, il Consorzio di Tutela si è presentato con numeri che esprimono l’orgoglio di una produzione d’eccellenza e che inquadrano le dimensioni di un’area iscritta dal 2005 alla Docg, al passaggio dalla precedente Doc. Ne fanno parte ben 19 comuni nel Cuneese, sulla riva sinistra del Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano.

Export: contrazione solo dell’8%

La superficie vitata è di 1.158 ettari, di cui 889 ad Arneis e 269 a Nebbiolo, i due vitigni storici e autoctoni del Piemonte. Circa il 60% della produzione totale che ammonta a 7 milioni di bottiglie va nei mercati internazionali ma nell’anno appena trascorso l’export ha subìto una contrazione di circa l’8%.

«Meno di quanto pensavamo – ha detto Monchiero- grazie alle restrizioni meno pesanti subite da alcuni Paesi importatori. Lo stesso è avvenuto nel mercato interno per il blocco del settore Horeca ma le previsioni fanno ben sperare sia per l’impegno delle cantine per la qualità e l’innovazione che per le varie iniziative promozionali che abbiamo messo in campo come i Roero Days e la Roero Wine Week, annullati lo scorso anno per la pandemia ma che dovrebbero essere riproposti in futuro con formula rinnovata per le nuove esigenze imposte per il contrasto al Covid. Tuttavia, almeno a luglio, speriamo di poter riproporre una versione più contenuta di Roero Days, sempre alla Reggia di Venaria».

Tante le iniziative per promuovere territorio e vino

Il legame indissolubile tra vino e territorio è alla base di altre iniziative il Consorzio promuove come i Wine tours estivi con 4 nuovi percorsi in bike e a piedi e con l’ausilio di un’audioguida scaricabile da un’app e, collegati con l’Ecomuseo delle Rocche. Qui si può ammirare lo spettacolare paesaggio di rilievi e di profondi calanchi creati nei secoli dagli sconvolgimenti geologici e dalla cosiddetta “cattura” del Tanaro, la deviazione del corso del fiume datata 250mila anni fa. Ma ancora prima fu l’emersione dal mare, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa, a portare alla formazione delle colline del Roero, con la sovrapposizione di vari strati di suolo e la nascita di un altipiano che comprendeva anche le Langhe, in seguito separate dal nuovo percorso del fiume sulla direttrice Alba-Asti.

In queste terre emerse è consolidata la sedimentazione di sabbie marine, di ghiaie di origine alluvionale ed eolica e di argille, affiancate o in strati sovrapposti, con profili che formano delle macro-aree lungo la direttrice che va da nord-ovest (le Rocche) a sud-est (i territori più vicini al Tanaro). Una difformità che insieme alle condizioni pedoclimatiche caratterizza i vini a cui le sabbie conferiscono, specialmente al Roero Docg.

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