Roero, l’altro vino rosso piemontese

L’emersione del Roero e delle sue colline risalgono a 3 milioni di anni fa ma solo negli ultimi dieci anni si può parlare di presa di coscienza del valore dei vini da parte del pubblico. Molto prima quella dei produttori che qui coltivano e investono da decenni fino ad arrivare ad una definizione del territorio persino eccessiva. Centotrentacinque MGA solo per il Roero sono una sfida comunicativa sfiancante e di incerta utilità per il consumatore finale ma almeno rende conto della varietà dei vini che nel bicchiere riservano un caleidoscopio di espressioni del nebbiolo davvero intrigante.

Sulle colline troviamo infatti i suoli formati per sedimentazione di detriti di varia origine litologica, trasportati dalle correnti marine che erodevano le montagne circostanti e che sono stati poi portati in alto dall’emersione delle colline stesse. Queste terre friabili videro  220.000 anni fa la deviazione del percorso del Tanaro sulla direttrice Alba-Asti e la separazione del Roero dalle Langhe con le due rive ben separate per blasone, prestigio e prezzi dei vini al giorno d’oggi.

Sono suoli marnoso-arenari come è normale data l’origine marina, in cui si trovano molto calcare, argilla e sabbia, in genere piuttosto ricchi in sali minerali. Dato che l’emersione dalle acque non è avvenuta nello stesso momento, si passa da suoli con sedimenti sabbioso-ghiaiosi continentali a quelli sabbioso-marini e infine a quelli argilloso-marini e tutti e tre quasi mai isolati ma spesso sovrapposti il che spiega la grande abbondanza di MGA definibile.

Piove molto poco e c’è poca acqua sotterranea il che rende fondamentale che piova da ottobre a gennaio, pena grandi problemi per vegetazione e sviluppo uve.  Come se non bastasse la vita dei roerini è complicata dal fatto che la vicinanza delle Alpi Marittime porta spesso alla formazioni di temporali e grandine quindi è importante scegliere il giusto posto dove posizionare vigna e azienda.

La pandemia ha picchiato duro sul mercato del Roero anche se la maggior parte dei produttori ha potuto godere della bella estate di vendite del Roero Arneis, uno dei vini bianchi italiani di maggior successo e presa sul pubblico italiano e internazionale. Tra le iniziative future sono in stand by gli eventi fisici come i Roero Days (diventati itineranti dal Piemonte fino ad arrivare a Milano e Bologna e progetti di edizioni in altre città) e la Roero Wine Week ma si conta di non smettere la promozione e la divulgazione.

Dall’assaggio nel bicchiere i motivi di interesse nel territorio si manifestano sempre in maniera piuttosto evidente e, scorrendo le dodici bottiglie che ci sono  pervenute in degustazione, la diversità e la bellezza delle tante sfumature di nebbiolo in zona sono davvero luminose e stimolanti e non temono confronti.

Infine, parlando di comunicazione, le pagine del blog del Consorzio dedicate ai piatti tradizionali o gourmet da abbinare a questi vini sono una minera di informazioni e spunti per sommelier e comunicatori, bravi.

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