Roero days 2023, per la prima volta il vino piemontese a Roma

Il 22 maggio a Villa Miani in degustazione 300 etichette di bianchi e rossi della Docg piemontese e due masterclass, una mostra fotografica e il libro Roero, la civiltà dell’Arneis e del Nebbiolo

Il Consorzio del Roero il 22 maggio a Villa Miani a Roma si presenterà agli appassionati romani con una giornata speciale dei “Roero Days“. Con la partecipazione di 50 produttori saranno 300 le etichette in degustazione e attraverso due masterclass, una mostra fotografica e il libro “Roero, la civiltà dell’Arneis e del Nebbiolo” sarà comunicato il valore delle due grandi espressioni autoctone del territorio piemontese. La viticoltura, affiancata ad altre coltivazioni agricole, qui è presente da secoli e le uve sono interpretate con grande attenzione dalle aziende, spesso di seconda e terza generazione.

Roero Days, per la prima volta nella Capitale

La manifestazione esce per la prima volta dai confini regionali per approdare nella capitale con la sua Docg Roero Bianco e il Roero Rosso, nata in territorio che ha pochi altri esempi in Italia, vocato a grandi bianchi oltre che ai rossi, grazie alla riscoperta dell’autoctono Arneis, di cui è documentata la presenza fin dal 1400. Il format dei Roero Days, nato nel 2016, si è infatti evoluto negli anni nel rispetto della formula di alternanza che prevede un’edizione in Piemonte e una fuori dai confini regionali. Dopo Torino, Milano e Bologna e – dopo una sospensione di due anni per la pandemia – l’anno scorso alla Reggia di Venaria Reale, ora approda a Roma sempre più capitale del vino di qualità.


«Il Centro-Sud è un mercato importante per le nostre aziende e Roma con tutte le sue enoteche, ristoranti wine bar e luoghi di accoglienza è una tappa fondamentale nel nostro processo di promozione del territorio», ha detto il presidente del Consorzio Francesco Monchiero, al terzo mandato come presidente del Consorzio, presentando l’appuntamento romano al ristorante Idylio, una stella Michelin, all’interno del Pantheon Hiconic Hotel. Ad affiancarlo erano i vicepresidenti, Massimo Damonte dell’Azienda Agricola Malvirà e Angelo Negro dell’omonima azienda mentre il critico Vittorio Manganelli ha presentato le etichette in degustazione.

Roero Days a Roma, il menu firmato da Francesco Apreda e Davide Palluda

Il menu era firmato dall’executive chef, Francesco Apreda, affiancato dal collega Davide Palluda dell’Enoteca Regionale del Roero giunto a Roma con grandi materie prime alla base della tradizione gastronomica roerina come gli Agnolotti al plin e il Vitello di fassona riposato nelle vinacce di Nebbiolo tafano e midollo.

In abbinamento sono stati degustati il Roero bianco spumante metodo classico “Giovanni” 2017 di Angelo Negro, Il Roero Bianco San Michele 2022 Deltetto, il Bianco Riserva Renesio Incisa 2018 Monchiero Carbone, Il Roero Rosso Bric Valdiana 2020 Giovanni Almondo e Roero Rosso Superiore Trinità 2004 Malvirà. Le etichette più datate, come quest’ultima, hanno dimostrato una grande vocazione all’invecchiamento non solo dei rossi da Nebbiolo, ma anche dai bianchi da Arneis.

Roero, un consorzio giovane dalle grandi opportunità

«Il nostro è un consorzio giovane – ha detto il Monchiero,- nato dieci anni fa da una costola di quello del Barolo e del Barbaresco. Non è stata una scissione ma un’esigenza che ha portato più opportunità nel territorio conosciuto per i grandi rossi ma che con la riscoperta di vitigni autoctoni come l’Arneis. Con 19 comuni, pur facendo parte delle Langhe, ha una forte unicità grazie ad una conformazione geologica principalmente marnoso-arenario con un buon contenuto di calcare, argilla e sabbia. È questa la chiave per capire il Roero, il comprensorio con caratteristiche che non temono confronti. È una realtà che abbiamo voluto comunicare con la costituzione del Consorzio e, dal 2016 con i Roero Days, importante strumento di comunicazione, insieme ad altre iniziative come la Roero Wine Week e i numerosi wine tours».

La denominazione riguarda 2.500 ettari vitati di cui 1000 coltivati ad Arneis. Un numero importante se si pensa che negli annui ’70 erano sono una trentina. I produttori aderenti al consorzio che vinificano con una propria etichetta sono 100 e 250 i viticoltori.
La produzione totale è di 7.500.000 di bottiglie di cui il 60% destinato all’export.  Cinque le tipologie previste per la Docg: 3 di Bianco Roero: uno che può essere commercializzato d’annata, il Roero Bianco Riserva che prevede 16 mesi di invecchiamento e la versione spumante. Il Rosso invece vuole due anni di invecchiamento e la Riserva un minimo di tre. Tra le finalità del Consorzio è la valorizzazione dei suoi vini ma anche del territorio del Roero incluso dal 2014 nella lista dei Paesaggi Culturali Patrimonio Unesco, assieme a Langhe e Monferrato. L’area si trova sulla riva sinistra del Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano, in provincia di Cuneo. I confini della denominazione non coincidono con i confini della regione del Roero, ben più ampia.

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