IL ROERO: TRA ARNEIS E NEBBIOLO

Il Consorzio Tutela Roero ha messo a punto una serie di Masterclass -tramite collegamento sulla piattaforma Zoom- sui vini della Docg Roero coinvolgendo la stampa di settore per presentare il suo  territorio, i vini che vi si producono e le recentemente acquisite menzioni geografiche.

A noi Giovani Promettenti di Garantito IGP è stata riservata uno specifico collegamento lo scorso 28 aprile durante il quale il presidente del Consorzio Francesco Monchiero ha tenuto un’interessante lezione sul Roero, dalla formazione del territorio sino alla situazione attuale della viticoltura roerina (a tal proposito, come Garantito IGP abbiamo pubblicato un articolo, ad opera di Stefano Tesi, giovedì 6 maggio), in precedenza c’erano stati inviati alcuni vini – sei Roero ed altrettanti Roero (Arneis) di varie annate che sono stati degustati e commentati in diretta.

Il Roero

Un territorio di circa 420 Km² situato nella parte nord-est della provincia di Cuneo, suddiviso in 23 comuni, 19 dei quali sono interessati alla Docg Roero, il suo nome è dovuto all’omonima casata che per secoli ha dominato questo territorio. Oltre alla viticoltura vi è molto sviluppata l’agricoltura in genere, soprattutto frutticoltura, pesche e nocciole e l’orticoltura, asparagi.

I suoli

La conformazione geologica del Roero è dovuta a tre principali avvenimenti accaduti nel corso di milioni di anni, il primo avvenuto circa 6 milioni si anni fa è stato la trasformazione del Mar Mediterraneo in un mare chiuso, dovuto alla chiusura dello Stretto di Gibilterra, questo ha fatto si che, data la scarsità di immissari, pian piano le acque evaporassero facendo emergere i gessi, il secondo avvenimento risale a circa 2/3 milioni di anni fa con l’emersione delle terre del Roero che ha lasciato spazio alle sabbie, il terzo fenomeno, assai più recente (250.000 anni fa) è stato la deviazione del fiume Tanaro, che ha girato il suo corso verso Est, formando le cosiddette Rocche, calanchi che caratterizzano la conformazione del Roero e che ha definito i confini tra questo territorio e quello delle Langhe.

Superficie vitata e vitigni

Le Rocche dividono più o meno a metà il territorio del Roero con una linea frastagliata che va da Nord-Est a Sud-Ovest (vedi carta geologica), la parte vitata si trova ad oriente delle Rocche, da qui, spostandosi verso Est s’incontrano dapprima i suoli prettamente sabbiosi, seguiti da quelli più argillosi, queste due differenze di suoli si ritrovano nelle caratteristiche dei vini,  spostandosi ancora verso Est si trovano i gessi ma quest’ultimi non sono ritenuti molto adatti alla viticoltura roerina.
La superficie vitata è di oltre 2.800 ettari ed i vitigni principali sono l’Arneis (907 ha), il Nebbiolo (770 ha), la Barbera (601 ha) e la Favorita (70 ha), gli altri 430 ettari sono suddivisi tra altri vitigni.
I due vitigni interessati alla Docg sono l’Arneis ed il Nebbiolo, ma mentre il primo ricade tutto nella Docg, del secondo gli ettari interessati sono circa 270, mentre gli altri vengono utilizzati per la produzione del Langhe Nebbiolo e del Nebbiolo d’Alba.

Il Consorzio

Il Consorzio Tutela Roero è di recente fondazione, fu infatti istituito nel 2013 dopo la decisione di staccarsi dal precedente Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero (ora ridenominato Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani) ritenuto poco attento alle problematiche ed alle specificità del territorio e dei vini roerini.
Il Consorzio, presieduto da Francesco Monchiero, rappresenta 236 soci, dei quali 155 produttori e 81 viticoltori i quali gestiscono 1.158 ettari di vigne ricadenti in 19 comuni, per una produzione annua di circa 7 milioni di bottiglie di vino a Docg.

Il disciplinare di produzione

Anche il disciplinare di produzione della Docg Roero è stato recentemente rivisto (maggio 2018), esso tutela sia i vini rossi (Roero, anche nella tipologia Riserva) come quelli bianchi (Roero Arneis -che ora può essere anche chiamato semplicemente Roero- anche nelle tipologie Riserva e Spumante).
Il Roero viene prodotto con uve Nebbiolo, nella percentuale minima del 95% (praticamente in purezza), mentre il Roero (Arneis) prevede l’utilizzo di quest’ultimo vitigno, anch’esso nella percentuale minima del 95%.
Questa revisione del disciplinare di produzione ha visto anche l’introduzione delle Menzioni geografiche Aggiuntive (MeGA).

Le MGA

Dopo Barbaresco (2007) e Barolo (2009) anche la Docg Roero ha ottenuto nel 2017, il riconoscimento delle MeGa.
Si tratta di 135 menzioni geografiche (19 delle quali sono comunali) che possono essere rivendicate sia per il Roero Docg che per il Roero (Arneis) Docg.
Le MeGa (o MGA) sono praticamente dei Cru, ovvero vanno ad identificare luoghi con caratteristiche ben specifiche, legate e suoli e climi, che fanno sì che i vini ivi prodotti assumano peculiarità ben distinte ed uniche.

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