La regione denominata Roero, situata sulla riva sinistra del Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano, dal punto di vista geologico è una terra piuttosto recente, nonostante si appoggi su uno zoccolo cristallino molto antico.

Fin da 130 milioni di anni fa ha fatto parte del fondale di un mare interno, chiamato Golfo Padano, e i suoi terreni si sono formati per sedimentazione di detriti di varia origine litologica, trasportati dalle correnti marine che erodevano le montagne circostanti, strutturandosi per strati, attraverso varie fasi di prosciugamento e di immersione.

2-3 milioni di anni fa si verificò l’emersione e la formazione delle colline del Roero. Questa spinta ha portato anche al sovrapporsi di vari tipi di suolo, per cui gli strati più profondi sono slittati verso monte, mentre i più recenti sono rimasti a fondo valle.

Dopo la definitiva emersione il suolo si è ricoperto di sedimenti di origine alluvionale ed eolica. In quel periodo Langhe e Roero costituiscono un unico altipiano, con il Tanaro e lo Stura che scorrono lungo la direttrice Bra – Carmagnola. La grande friabilità di queste terre di origine marina porta tuttavia a una progressiva erosione, con lo spostamento, tra i 220.000 e i 150.000 anni fa, del percorso del Tanaro sulla direttrice Alba – Asti, separando così Langhe e Roero.

L’erosione del fiume risulta particolarmente significativa sul suolo sabbioso del Roero, creando le Rocche, rilievi scoscesi che segnano lo spartiacque tra vecchia e nuova vallata del Tanaro e che tagliano il territorio da sud-ovest a nord-est, da Pocapaglia a Montà, dividendo i suoli continentali, a base di ghiaie e argille fluviali, da quelli di origine marina, dove la vite trova le sue condizioni ideali.

Prende così forma, sulla riva sinistra del fiume Tanaro, il territorio del Roero.