Quando il Nebbiolo è Roero: 12 etichette in degustazione

Coniugare il rinnovamento attraverso la modernità senza dimenticare la tradizione; un ambizioso traguardo quello dei Vigneron del Roero che per essere raggiunto con successo deve coinvolgere una visione ampia dove passione sensibilità e attenzione per i dettagli possono davvero fare la differenza per garantire un ottimo risultato .

Con una superficie di 15558 ettari il territorio del Roero sorge sul versante sinistro del Tanaro, coltivazioni e borghi storici si inseriscono in un contesto composto da

colline scoscese inframezzate da tratti boschivi. Il nome discende dall’antica famiglia che governò il piccolo feudo per secoli.  I produttori del Roero inseguono da tempo un progetto comune per portare i loro vini in una crescita qualitativa tesa ad espandere la denominazione verso nuovi orizzonti. La produzione si attesta intorno alle 7 milioni di bottiglie i vini sono ottenuti da uve Nebbiolo per un minimo del 95%. Il Nebbiolo prodotto nel Roero nasce su terreni magri, ma ricchi di sabbia e minerali, dove tra le numerose colline in un saliscendi di pendii ripidi e repentini, la vite trova un habitat  ideale grandemente irradiato dalla luce solare. Il Roero è considerato una zona semi-arida. Le colline roerine sono infatti quasi totalmente sprovviste d’acqua: i sottili strati marnosi che si alternano a quelli sabbiosi offrono riserve idriche solo temporanee, come dimostra il paesaggio viticolo cosparso di cisterne per la raccolta dell’acqua piovana o di pozzi per pescare dalle falde acquifere. Fu l’emersione dal mare, tra i 2 e i 3 milioni di anni fa, a portare alla formazione delle colline del Roero. Una spinta che portò anche al sovrapporsi di vari tipi di suolo. L’origine marina dei terreni li rende piuttosto poveri di sostanza organica ma ricchi in sali minerali. Dal punto di vista climatico, le Alpi Marittime portano ad escursioni termiche molto importanti. Questo esalta le caratteristiche organolettiche con l’ottenimento di vini dal varietale fragrante particolarmente profumati con ampia parte aromatica, palati suadenti con tannini dolci ed eleganti non particolarmente aggressivi che lasciano un finale dolce. Il Roero è un territorio abbastanza giovane per la produzione di qualità, le prime bottiglie di Roero vengono etichettate nel 1985; nonostante la denominazione abbia una memoria storica recente, i vini prodotti riescono a mantenere le caratteristiche peculiari ed un ottima tenuta nel tempo. Un Nebbiolo ingentilito nei tratti con connotazioni vivaci e profumate,

generoso nei colori e dall’ottimo equilibrio che ben si accompagna alla quasi totalità dei piatti tipici locali.

Fondato nel 2014, il Consorzio di Tutela Roero ha l’obiettivo di proteggere e promuovere il Roero Docg Bianco e Rosso attraverso la sinergia fra i produttori e i viticoltori del territorio. Fulcro delle attività del Consorzio, che ad oggi rappresenta 233 soci tra produttori e viticoltori, è la valorizzazione del territorio del Roero e del suo vino simbolo: quello del Roero è un paesaggio che nel tempo è stato trasformato e plasmato dalla presenza delle vigne tanto da essere incluso nella lista dei Paesaggi Culturali Patrimonio Unesco, nel 2014, assieme a Langhe e Monferrato.

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