Biodiversità, viticoltura di qualità. È il Roero: intervista a Francesco Monchiero, Presidente Consorzio Tutela Roero

Non ha nulla da invidiare alle vicine Langhe e al Monferrato, tanto da essere anch’esso riconosciuto patrimonio Unesco: da tutto e tutti il Roero si distacca per la sua bellezza rustica ancora incontaminata e per la notevole diversità di paesaggi, dai vigneti, ai frutteti, ai boschi delle Rocche, e grazie alla presenza di una viticoltura di qualità che si sta imponendo sul mercato con i suoi rossi da Nebbiolo e bianchi da Arneis.

Ma il Roero è molto di più, come spiega in questa intervista il Presidente del Consorzio Tutela Roero, Francesco Monchiero.

“ E’ molto di più e lo confermo:  il Roero si differenzia dai territori fratelli Langhe e Monferrato per la sua identità ben precisa, riconoscibile per la vasta biodiversità, caratterizzata non solo da una viticoltura di alta qualità ma  anche dalla presenza di un’agricoltura che ha puntato su coltivazioni fortemente locali: mi riferisco alle  famose pesche di Canale, molto ricercate sui mercati di Milano e Torino in passato, alle fragole, agli asparagi verdi dall’intenso profumo, ai noccioleti. A questo poi va aggiunta l’affascinante fascia selvaggia e boschiva delle Rocche, formatesi 250.000 anni fa, quando il fiume Tanaro deviò il suo corso creando profonde voragini e ripide pareti di sabbia fragile, dando luogo a un delicato e ricco ecosistema che si estende per 25 chilometri e ospita al suo interno anche castagni centenari. Tutto concorre a formare un paesaggio unico molto diversificato da quello bellissimo delle Langhe e del Monferrato in prevalenza collinare.”

Insomma, un tesoretto che anche dal punto di vista sociale  e culturale si diversifica da altre zone del Piemonte.

“  Le  grandi aziende vitivinicole sono poche, la nostra realtà è costituita per lo più da  aziende a carattere familiare di piccole/medie dimensioni, spesso con terreni in parte coltivati a vite in parte con prodotti ortofrutticoli.  Quindi un’ economia 

agricola che ha puntato indubbiamente sulla qualità, tanto che i nostri vini sono collocati nella fascia dei Fine Wines. Al Consorzio aderiscono 250 tra viticoltori, vinificatori, imbottigliatori. Più di 1.220 sono gli ettari vitati della Denominazione dislocati in 19 Comuni del Roero e oltre 6,5 milioni sono le bottiglie prodotte annualmente. Il  nostro territorio, con attività a gestione familiare e il suo fascino ancora  autentico attrae un turismo lento e di nicchia che ama le passeggiate, il silenzio, la natura incontaminata.

Disastrato 2020.. ma non troppo

“ E’ andata meglio di quanto prevedevamo, certo con un -7,8% equivalente a circa 500mila bottiglie invendute e un 5%  di sfuso in cantina è il prezzo che abbiamo pagato a causa della pandemia e la conseguente paralisi del settore Horeca cui siamo strettamente legati essendo il nostro un consumo interno, poco esportato se non per circa il 50% della produzione. Poco ancora percorribile il canale della Gdo per la mancata forza commerciale inevitabile dei piccoli produttori; è andata meglio con l’e-commerce, ma si tratta di una compensazione molto poco rilevante. Il nostro  punto di forza è e rimane l’alta qualità dei prodotti che possono tranquillamente attendere  ed essere riproposti  per essere venduti alla riapertura dei mercati,  in particolare dell’Horeca. Parlo soprattutto del bianco Roero Arneis Riserva, messo in commercio nella primavera del 2019 che mantiene un insospettato  e felice invecchiamento. Un vino di grande spessore che rimane in affinamento 16 mesi dopo la vendemmia. Il 2021 sarà un anno a 5  stelle per i bianchi e ottimo per i rossi visto che la vendemmia 2020 in qualità delle uve e in quantità è stata fantastica, una piccola rivincita in un anno terribile”.

Tutti parlano di sostenibilità, voi?

“  Anche in questo siamo stati antesignani, i primi tra tutti i Consorzi del Piemonte, (per altro regione non a statuto special)e ad aver votato all’unanimità per la dismissione dell’uso dei  diserbanti chimici,  oltre a un interessante cambio di marcia che ha visto molte aziende adottare il regime biologico e il biodinamico.  Inoltre abbiamo modificato nel 2017 il disciplinare in due punti importanti: la menzione in etichetta della dicitura MGA ( menzione geografica aggiuntiva) e la possibilità di scindere il binomio Roero (territorio) Arneis (vitigno) adottando soltanto  la parola Roero per conferire alla bottiglia una maggiore corrispondenza con il territorio di cui ne  è espressione.”

Turismo di nicchia, lei dice, lento. Le ultime proposte del Consorzio

Quattro differenti itinerari ad anello mappati con GPS e usufruibili da trekkers e amanti della mountain bike : quattro facili escursioni alla scoperta dei cru, i vigneti di pregio da noi ben identificati e mappati che hanno trasformato il Roero, con Langhe e Monferrato, in Patrimonio dell’Umanità Unesco. E’ un nuovo prodotto turistico che si affianca ai 27 sentieri tematici dell’Ecomuseo delle Rocche del Roero e alla mappa del Roero bike tours.  Un riconoscimento speciale in questo ambito va sicuramente all’Ecomuseo delle Rocche del Roero, istituito nel 2003 dalla Regione Piemonte a tutela e promozione dei borghi di sommità che ha tutelato i sentieri percorribili tra i comuni che attraversano il Roero per 40Km.

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